Ti ascolto, nei silenzi che lasci,
quando fuggi via, sfumando,
dissolvendoti, anima, eterea.
Io vorrei afferrarti, farti mia,
con queste deboli dita, bramose,
tra le quali scivoli, libera e ribelle,
come vento urbano tra rottami.
Ti sento, nei vuoti e nelle pause,
quando la tua assenza ti rivela,
quando tutto il creato si distrae,
nell’attesa ansiosa del tuo ritorno.
Sei tu che risvegli sensi assopiti,
alle prime luci del mio mattino,
tra voci che ancora sussurrano
l’antico nome segreto della notte.
Musica, rivelazione e conflitto,
melodia che si racconta e chiede,
ritmo che ti accarezza e scuote,
onde che vibrano e ti rapiscono,
fin quando t’abbandoni, naufrago,
sulla riva deserta del desiderio.