Le maledette eredità di Silvio Berlusconi.

[Tempo di lettura stimato: 6 minuti!]

Ieri ci sono stati i funerali di Silvio Berlusconi: è morto il Re, chi sarà il re?

Ho atteso a pubblicare questo post, perché ho (nonostante tutto) ancora rispetto dei morti. Sapevo che non sarei stato dolce, quindi era bene attendere dopo i funerali.

Silvio Berlusconi è morto, io ho taciuto, salvo qualche post satirico sui miei canali personalissimi e chiusi al pubblico: in fondo so bene che, se io ho tollerato la barzelletta su Hitler, lui potrà tollerare il mio “È morto Berlusconi: il Codacons fa causa a Fedez”!

Mi fa rabbia pensare che i funerali di stato non sono stati concessi a Borsellino e Falcone, ma lui è stato Presidente del Consiglio e quindi sopporto, a malincuore, la prassi.

Ora si aprono 7 giorni di lutto nazionale, con camere chiuse e bandiere a mezz’asta. Prima di lui quest’onore è stato concesso solo a Leone e Ciampi, che però furono sia Presidenti del Consiglio, che della Repubblica.

Come negarlo? A me Berlusconi non è mai stato politicamente simpatico! Posso ammetterne tutte le grandi capacità, ma non riesco proprio a unirmi al coro della santificazione post mortem.

Il problema è che il Cavaliere è stato tante cose, troppe per averne un singolo giudizio.

È stato un imprenditore geniale, che ebbe idee rivoluzionarie e creò, dal nulla, l’industria mediatica, in Italia e forse in Europa.

Parliamoci chiaro: è grazie a lui se, oggi, i grandi marchi d’alta moda Italiani sono sul tetto del mondo, perché prima del suo avvento non avevano neanche i soldi per i lacci delle scarpe.

Berlusconi è stato un grande Presidente di squadre calcistiche: ha preso il Milan dal fallimento e l’ha portato nella leggenda. Subito dopo, ha preso il Monza, una squadra di provincia, per portarla nella massima serie e farcela anche restare.

È stato uomo di spettacolo, abile politico, accanito playboy, versatile anfitrione e per ogni sua maschera ha interpretato ruoli in luce e in ombra.

Un caro amico (Vincenzo Romano, gli ho promesso di citarlo) mi suggerisce una doppia citazione (che quindi diventa tripla):

“Berlusconi era il sogno americano, amico filoamericano e filorusso…. Nemico dei suoi amici (Fini), amico dei suoi nemici (Santoro)”

Come si fa, quindi, ad averne un singolo giudizio?

Ora, però, il Re è morto e sembra che tutti stiano facendo a gara nel stamparne l’epitaffio nel granito, per renderlo unico e definitivo.

Io, come detto, non riesco ad avere un unico parere sul personaggio, ma posso averlo per settori e quello che a me più preme è quello culturale e quindi sociale.

Silvio Berlusconi, per me, è stata la più grande catastrofe che potesse abbattersi sullo sviluppo socio-culturale di questo paese.

In primo luogo, perché troppi lo hanno preso a modello, ma per le ragioni sbagliate! Del Cavaliere tanti hanno invidiato il successo e troppi hanno pensato di poterlo raggiungere, imitandone e scimmiottandone lo stile di vita.

Il problema è che tutti gli imitatori avevano un problema: NON ERANO SILVIO BERLUSCONI.

Pochissimi hanno capito che quello stile di vita era un traguardo, una conseguenza di decenni di evoluzione di un personaggio.

Tutti hanno guardato al mito dei soldi, del successo, delle case, delle vacanze, del gossip e di tutto il contorno, ma nessuno che si sia preoccupato di alzarsi presto la mattina, leggere i giornali, rispondere alle email e tutto quello che costituisce il piatto principale: la fatica!

È un po’ come se qualcuno sognasse di fare il muratore, solo per il mito del panuozzo con la birrozza, in pausa pranzo, senza però volersi accollare anche le mani rotte e la schiena a pezzi.

Tutti vogliono fare gli imprenditori e nessuno vuole davvero lavorare: questa è la più grande e maledetta eredità di Silvio Berlusconi e la colpa non è solo degli italiani, ma anche sua!

Sì, è sua, perché lui era perfettamente consapevole del messaggio che stava lanciando e continuava a farlo, perché gli faceva comodo, arrivando così alla sua seconda maledetta eredità: il Populismo!

Sì capì fin dalla sua prima “Discesa in Campo” e da quelle subito successive, quando nelle case degli italiani cominciarono ad arrivare piccoli omaggi dal Cavaliere, tutti mirati alla categoria di riferimento. Agli anziani arrivavano le carte da gioco, a mia madre arrivò la calcolatrice con convertitore Lire/Euro e a me, che nel 2001 votai alle mie prime politiche, il porta-eurospiccioli.

Promise un milione di posti di lavoro e mantenne la promessa, peccato che fossero tutti precari! Promise un aumento delle pensioni minime e mantenne la promessa, peccato che quell’aumento se ne andava via per pagare servizi prima gratuiti o meno costosi.

Tutta la storia politica di Silvio Berlusconi si è fondata sul populismo, oltre che sulla necessità di scappatoie giudiziarie.

Lui prometteva un qualcosa, te ne dava il pezzotto e poi ti affondava su altre dieci. Le persone lo votavano per la promessa, lo odiavano e lo cacciavano per le dieci cose affondate, ma poi lo rivotavano per il ricordo del pezzotto.

Lui aveva ben capito che gli italiani hanno la memoria a lungo termine di un tiktoker sotto anfetamine e c’ha marciato sopra per gli ultimi trent’anni.

C’ha marciato talmente tanto, che alla fine ha generato la terza grande maledetta eredità: la nuova classe politica!

Si dice che è grazie a lui se l’Italia ha rifondato il bipolarismo, dopo la caduta della prima Repubblica. Questo è vero, solo che l’ha rifondato con fondamenta di truciolato!

La nuova classe politica, quella che viviamo oggi e che va da destra a sinistra, è diventata schiava del suo stile comunicativo, fatto di lustrini e poca sostanza!

Berlusconi ha creato la politica dello show, del sopracitato populismo e delle televendite del consenso.

“Diciamo agli italiani che la colpa è di altri” è diventato il nuovo mantra e nessuna compagine politica ne è stata esente, sinistra compresa.

Il grande problema è che ogni classe politica è sempre e nient’altro che la massima espressione del popolo che rappresenta!

Berlusconi si vantava di insegnare Storia e Filosofia ai calciatori del Milan, ma la verità è che ha creato tre generazioni di ignoranti!

Sotto la sua guida, dalle aule scolastiche è scomparso l’insegnamento dell’Educazione Civica, che insegnava ai bambini le basi costituzionali della Nazione.

Sotto la sua guida, all’urlo di “facciamo festa”, gli italiani hanno progressivamente acquisito disinteresse per le questioni sponsorizzate come noiose, come i libri e i quotidiani.

Ha creato tre generazioni di sedicenti patrioti, che però non parlano bene la propria lingua, non conoscono la propria storia e non hanno la minima idea del funzionamento del proprio paese.

Silvio Berlusconi lascia l’eredità di un popolo ignorante, base necessaria per una politica del non fare e del fare male.

Tutto questo senza contare i sospetti di connivenza con la malavita, di corruzione, di evasione fiscale, di sfruttamento della prostituzione, che però, tra assoluzioni, prescrizioni e qualche condanna minore, lasciano il tempo che trovano.

Quindi, se proprio dobbiamo darlo, quale può essere il miglior unico giudizio su Silvio Berlusconi?

Personalmente, è che merita in pieno i funerali di stato e il lutto nazionale, perché lui è morto da RE: unico e grande sovrano di un popolo da lui stesso lobotomizzato a colpi di palinsesto!

Come detto, una classe politica è lo specchio del popolo che rappresenta, ma quando lui è sceso in campo, gli italiani non lo rispecchiavano: la sua genialità si riassume nell’aver fatto in modo che fosse così, ma solo in superficie, in modo che lui potesse continuare a essere il Re!

A questo punto, però, si apre un mondo: se è morto il Re, chi sarà il nuovo Re?

Chi sarà quell’uomo o quella donna, in grado di convogliare in se gli sguardi della politica del non fare, dello show e dei mille ritorni in scena?

Chi, nei propri programmi, ha sempre vantato la bandiera della libertà di non fare un cazzo, della ripresa senza sacrifici e della televendita del consenso?

Io non lo so e credo che importi anche poco quello che penso, perché questo articolo ha un tempo di lettura di circa sei minuti e una delle eredità di Silvio Berlusconi e di aver creato una popolazione che non riesce a leggere e comprendere un testo per così tanto tempo, quindi sarete davvero in pochi a essere arrivati fin qui!

Quello di cui ho paura, però, è che potrebbe essere… Ehm… Uno “Shock”!

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