Presagirsi il futuro da soli –
e lasciare spazio agli artigli del dubbio –
per vederti intricato nell’odore di terra bruciata
dei suoi capelli rovo
attorcigliato alle sue gambe come serpe nero
covato al calare del mio seno,
amorino grazioso che sorride con denti di fiele
al cospetto di un albero che prende fuoco.
E invocare pietà.
E invocare perdono.