2018: io ed Aurora non abbiamo rimpianti.

Un anno è pur sempre un anno e non dura né più né meno di quello che dovrebbe: 365 giorni, ovvero 8.760 ore, ovvero, 525.600 minuti o 31.536.000 secondi.

Eppure, a causa degli scherzi che fa la percezione umana, un anno può sembrare un periodo di tempo lunghissimo, guardandolo dal punto di vista di chi sta per viverlo, ma rimpicciolisce, incredibilmente, appena passa alle spalle, diventando passato.

Così, senza rendersene conto, ci si ritrova a fare il bilancio, specialmente quando la propria vita sembra essere (ed è) stata stravolta, nel giro di qualche mese.

Il simbolo del mio 2017 fu un numero, il 16: un binario, quello da cui parte l’alta velocità dalla stazione di Torino Porta Nuova. Io stavo aspettando il mio treno e ragionando sul se salirci o gettarmici (togliamoci il cerotto subito, dicendolo crudo, così fa meno male).

Mi sentivo tra il fuoco e la cenere, a metà strada tra l’ardere e lo spegnermi.

Quei giorni di Dicembre 2017 furono la classica goccia che fece traboccare il vaso, il punto più basso di una lunga caduta, iniziata anni prima, ma anche il momento in cui ricominciò la risalita: il momento dal quale è cominciato un lavoro di ricostruzione che, oggi, porta la gente a dirmi “Tu Sei Forte” (#MOCAMMAMMETA – NDA).

Cosa accadde nello specifico non è (più) importante, ma ringrazio che sia accaduto, perché aprii gli occhi.

Vidi, all’improvviso, quanto avevo permesso alle persone di darmi per scontato, concedendosi la libertà di tradirmi, di dirmi “ti davamo per certo”, “rinuncia per noi” o cose del genere.

Così, di punto in bianco, cominciai a tagliare teste, dal più vecchio amico al conoscente dell’ultim’ora, sulla base di un solo metro di giudizio: QUANTO VALGO PER TE?

Il risultato fu che le teste tagliate furono in parecchie e che oggi, so bene, nessuno si è mai preso la briga di chiedermi perché: non serve, a nessuno è venuto il dubbio di aver meritato, anzi sono tutti ancora convinti che io sia impazzito. Poco male…

Con il tempo tutto è diventato più facile, “fare spazio” è diventata una pratica naturale e per ogni persona uscita dalla mia vita, ne ho trovata un’altra… indovinate un po’: un’altra che non dice “tu ci sei comunque”.

“COMUNQUE”, è questa la parola sbagliata: NO, nessuno mai dovrebbe esserci “comunque”, perché ognuno di noi merita di avere per gli altri il peso che gli altri hanno per se.

Sulla base di questo assunto e di un lungo e quotidiano lavoro di ricostruzione del proprio valore, il mio 2018 ha visto alternarsi momenti di luce e di ombra, persone nuove che sono rimaste e vecchie andate via, persone vecchie che sono tornate e nuove che non hanno lasciato alcun segno…

Il mio 2018 è stato un anno fortunato perché ho eliminato dalla mia vita la parola “comunque” e da quel momento tutto è stato più soddisfacente.

Sono diventato così bravo a tagliare gente, che ad un certo punto ho tagliato anche Aurora e oggi siamo molto più sereni entrambi.

Ora, che questo anno è finito, non ho rimpianti, né rabbie represse e so chi sono, cosa posso e cosa non posso (ancora) e so che merito che qualcuno mi chieda se ci sono o meno “quel giorno”, invece di dirmi “ti davamo per sicuro”. So che se ho un impegno merito che non mi si chieda di rinunciarci, almeno lo merito come chiunque altro a cui non è stato chiesto. Merito che chi si dice mio amico non si scopi la donna con la quale mi sento. E so che dopo un po’ merito anche di non voler più dare spiegazioni.

Il mio 2018 è stato un buon anno perché mi ha portato via le lenti distorte con le quali guardavo le persone, gli amici, le donne: alla fine, i risultati sono di aver trovato ottimi nuovi amici e una donna meravigliosa.

Il mio 2018 è stato un buon anno perché mi sono alzato, ho puntato i piedi ed ho urlato forte: “IO ESISTO”!

Quindi, per il 2019, i miei buoni propositi non possono essere altro che affilare la lama, perché io ed Aurora non abbiamo né paure, né rimorsi, né rimpianti.

Io ed Aurora abbiamo per un po’ sentito il vuoto di qualcosa che credevamo esistere, ma abbiamo smesso quando abbiamo capito quanto fosse tutto frutto della nostra immaginazione.

IO MERITO anche di dimenticarvi, se voi dimenticate me!

8 pensieri su “2018: io ed Aurora non abbiamo rimpianti.

  1. La tua amica mi piace un sacco… l’hai tagliata, dici, ma non si tagliano le persone dalla propria vita: puoi non frequentarla più come prima, ma lei, come vedo, resterà…non è facile dimenticare. E mica lo trovo così giusto, sai? tutte le persone che hai incontrato hanno contribuito a renderti quello che sei. Tutte sono state un piccolo tassello di te

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