La vita da quattrocchi dimezzato

È successo altre volte: ritrovarmi con gli occhiali rotti, senza avere dietro quelli di riserva, senza avere la possibilità di recuperarli al volo.

Quando accade, devi improvvisare: un pezzo di nastro adesivo, una goccia di colla, perfino una graffetta… Tutto può andar bene, almeno fino a quando non tornerai a casa.

Si tratta, il più delle volte, di passare la giornata, ma i quattrocchi, come me, sanno che sarà una luuuuunga giornata e non vedi l’ora di poter indossare, di nuovo, degli occhiali integri, magari quelli vecchi, che usi come riserva.

Il problema di indossare degli occhiali rotti, specie se è il vetro ad esserlo, è che sei un po’ infortunato, un invalido sociale: quella crepa ostruisce la tua vista, oppure la colla cola un po’ sul vetro, oppure il nastro non tiene.

Qualsiasi sia il rimedio adottato, passerai tutta la giornata con la paura che non tenga, controllandolo ogni cinque minuti, con l’unico risultato di peggiorare la situazione.

Si aggiunga che, ovviamente, girare con un paio di occhiali rotti attira gli sguardi delle persone o che almeno te li senti addosso: magari loro non ti stanno cagando di striscio, ma tu vivi come se tutto il mondo stia guardando quel pezzetto di nastro adesivo sulla staffa… Come se non bastasse, ti sembra che ti abbiano sentito imprecare come un vikingo in preda alla collera.

Il discorso diventa ancora più complicato in alcune situazioni particolari: quando gli occhiali li hai rotti per colpa tua, ad esempio, per negligenza o semplice disattenzione. Oltre al danno, ti resterà la beffa del pensiero fisso del se avresti potuto evitarlo e dentro di te conosci la risposta: sì, avresti potuto, lo sai bene e non riesci a non pensarci, cercando di capire il momento preciso in cui è successo.

Quando hai sbagliato? Quando ti sei seduto sul portaocchiali forse? Sapevi che era lì, ce lo hai messo tu, ma sai anche che sei sbadato: allora, perché lo hai messo proprio lì? Avevi proprio bisogno di mettere gli occhiali da sole?

Se, ma, quando, come? Beh, ormai è fatta, ti tocca passare la giornata, tanto finché c’è sole tutto ok, hai i Ray Ban graduati e, almeno per strada, sei a posto. A lavoro arrangi, quella macchiolina di colla sul vetro renderà più difficile concentrarti, ma in qualche modo farai: testa nel computer e vai avanti!

Il problema, semmai, comincia la sera, al crepuscolo: il momento peggiore per un miope, quando la luce sembra prenderti per il culo.

A questo punto, hai passato tutta la giornata con quella macchiolina di colla che ti offusca una parte della visuale, o con il nastro adesivo che ti fa inclinare la montatura su di un lato, oppure con quella graffetta che ti punge una tempia: no, non sei per niente calmo e rilassato, soprattutto se la giornata di lavoro è stata pesante, trovi l’autostrada bloccata ed è il giorno di chiusura del bar dove, abitualmente, ti fermi a fare aperitivo… Poi, del resto, che aperitivo vuoi fare con tutti che ti guardano la staffa penzolante?

Finalmente, torni a casa e come primo pensiero prendi gli occhiali di riserva, li indossi e solo a quel punto ricordi che hanno qualche decimo di grado in meno: e vabbeh, per qualche giorno andranno bene, no?

Ah, l’esclamazione tipica di un bi-oculo! Sì, vanno bene, come può andar bene indossare una mutanda di una taglia più piccola: è pur sempre una mutanda, no?

La tua vita, deve andare avanti: cazzo, si tratta solo di un paio di occhiali e solo per poco tempo, no?

Ti rassegni: per almeno una settimana dovrai sopportare una scarsa messa fuoco, quel mal di testa latente e quella montatura così diversa da quella alla quale eri abituato: qualche grammo in più, fidatevi, si sente!

Per un miope, rompere gli occhiali non è una tragedia, ma una metamorfosi solitaria! Nessuno avrà la percezione di cosa sta accadendo e tutti pretenderanno da te la solita, vecchia e vigile routine!

In quella settimana tutta la tua vita sarà diversa: lavorerai più lentamente e perfino riderai meno, perché sarai così distratto dalla messa a fuoco, che non capirai le battute. Guiderai più distrattamente e muoverti sarà una tortura, perché non ti fidi di te stesso.

Allora, cercherai di guidare il meno possibile, passerai più tempo a casa, non andrai al cinema di certo, non studierai quella canzone, non guarderai quel tramonto… Fino agli occhiali nuovi… Ed anche quello sarà un problema, perché ne proverai cento paia e nessuno ti piacerà davvero!

Ma, cosa accadrebbe, se qualcuno ti dicesse “vabbeh, guido io per un po’”?

Eh ,magari il cinema no, ma il tramonto sì… Magari se per quella settimana qualcuno si offrisse di spiegartele le battute, di richiamare la tua attenzione, di permetterti di chiudere gli occhi ed alleviare il mal di testa… Di scegliere con te la nuova montatura, domani…

Eh, non sarebbe poi una settimana così lunga…

Il problema, per un miope, è che bastano pochi decimi di grado in meno o in più per cambiargli la percezione del mondo.

Il problema, per un miope, è che i suoi occhiali sono una parte integrante della sua vita e quando li rompe non è più tutto gestibile come sempre, ma tutti si aspettano che lo sia.

Il problema, per un miope, è che se gli togli gli occhiali, poi, devi anche un po’ mostrargli la strada, perché con gli occhiali di riserva, probabilmente, non la troverà mai.

Il problema, per un miope, è che quando avrà gli occhiali nuovi, probabilmente, quel tramonto sarà passato, quel film non sarà più in sala… L’attimo sarà volato via.

Il problema, per un miope, è che nessuno crederà mai che è così incazzato perché ha mal di testa, una macchia di colla gli ha fatto compagnia per tutto il giorno e…

Mamma, quegli occhiali quanto gli piacevano…

8 pensieri su “La vita da quattrocchi dimezzato

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